Il Nerello Mascalese nell’età moderna
Ai giorni nostri il Nerello Mascalese dell’Etna è caratterizzato da un insieme di piante clonali molto eterogenee tra loro, particolarmente vigorose da un punto di vista produttivo e vegetativo, che presentano una caratteristica foglia grande, prevalentemente pentagonale, trilobata, con la pagina superiore glabra, opaca e di colore vede chiaro. Il grappolo si presenta abbastanza grande e allungato, di forma conico–piramidale (ricorda un po’ l’Etna capovolta!) e di aspetto compatto e alato. L’acino è medio, di tipo sub-ellissoidale, ma regolare, con la buccia molto pruinosa, spessa, consistente e di colore blu chiaro.
La produttività della pianta è abbondante ma non è sempre costante, mentre la vigoria è mediamente ottima, ma dipende dall’annata e dalla zona etnea in cui il Nerello Mascalese viene coltivato. Se consideriamo identiche condizioni di allevamento e stesse pratiche colturali, le condizioni del micro-clima etneo tra luglio e agosto e tra settembre e ottobre determinano importanti variabili sull’andamento qualitativo dell’uva, anche all’interno della stessa annata, in base al versante del vulcano Etna e all’altitudine in cui essa viene prodotta.
Inoltre, questo vitigno, vista anche la caratteristica natura sabbiosa del terreno vulcanico, si trova a dover gestire un cospicuo stress idrico dovuto alle abbondanti piogge, soprattutto nel periodo pre-estivo e nel periodo antecedente la vendemmia, oppure uno stress da siccità, dovuto alla forte calura del periodo estivo, che si ripercuote sulla dimensione e sul peso dell’acino. Questo può compromettere la perfetta maturazione dell’uva, (considerando che il Nerello Mascalese è un vitigno autoctono tardivo), con spiacevoli ripercussioni sul vino finale.
I processi colturali che lo riguardano sono sicuramente: la potatura nel mese di gennaio, la legatura delle foglie intorno a un palo o sul filare nel germogliamento della vite, la sfogliatura, cioè l’asportazione delle foglie basali del germoglio e l’allegagione nel mese di giugno, per liberare il grappolo così da agevolare l’aerazione e l’esposizione alla luce dei grappoli migliori.
Il Nerello Mascalese in purezza
Le caratteristiche organolettiche del Nerello Mascalase in purezza sono in genere: il colore rosso rubino con leggeri toni granati, il profumo di intense note di frutta a bacca rossa, lievissime sfumature floreali, tocco speziato, tenue effusione di vaniglia e tabacco con persistenza di liquirizia e il gusto secco, caldo, tannico, persistente e armonico, il tutto sostenuto dal corpo. All’esame visivo il vino sembra sicuramente più maturo di quello che risulta poi essere all’esame gusto-olfattivo Lavorato come vuole la tradizione si ottiene un vino con la caratteristiche sopra descritte.
Quando invece il Nerello Mascalese viene vinificato in assenza di vinacce, dà origine alla famosa “Pesta in Botte” tipica della zona etnea. La gradazione alcolica è compresa tra i 13-14% vol. mentre la temperatura di servizio tra i 18-20 C°. Viene servito in calici adatti a vini rossi di corpo. Si sposa benissimo con le carni rosse, la selvaggina e i formaggi stagionati.
Il Nerello Mascalese è uno degli esempi più importanti di coltivazione autoctona esistenti in Sicilia da tempo immemorabile, assoggettato però ad un’elevata variabilità che lo può compromettere. Sarebbe auspicabile pensare ad un programma complessivo di valorizzazione e selezione clonale, che alcuni tra i più responsabili viticultori stanno conducendo in proprio.
Questo permette di comprendere la diversità nel complesso clonale eterogeneo del vitigno ed avere delle varietà più resistenti e non soggette a patologie difficili da debellare come: virosi del complesso dell’arricciamento, giallume infettivo, virosi della screziatura. Il risultato sarebbe un vino ancora più sano e intenso, con un bouquet complesso e capace di affinarsi nel tempo. Il successo del Nerello Mascalese e del vino che ne deriva con la sua storia che si perde nel tempo testimoniano che la qualità, pura e onesta come le mani del vignaiolo che lo coltiva con amore, vince sempre, perché propone sapori autentici e piacevolmente insoliti: con il Nerello Mascalese si sfiora la perfezione.