
Se ci soffermassimo un attimo a pensare a cosa ci vuole raccontare un piatto – quante storie fatte di ricerca, passione, dolore, celate in quegli ingredienti, in quei sapori; storie di persone tenaci che ci hanno creduto senza mollare mai, che si sono battute per le proprie idee sfidando il conformismo della gente, e che ci stanno svelando le loro più intime emozioni – capiremmo che, regalarsi un percorso eno-gastronomico in uno dei migliori ristoranti al mondo è molto più di un capriccio, è una vera e propria esperienza sensoriale e umana che accarezza il cuore e il palato.
Nel 2016 ad aggiudicarsi il trono come miglior ristorante al mondo è l’italianissimo Massimo Bottura, che negli anni ha saputo far crescere e migliorare il proprio ristorante, creando piatti incredibili che rispecchiano fedelmente la sua essenza.
Dopo anni di impegno, lotte e passioni, tra le tante complessità della vita e della cucina, Chef Bottura è riuscito ad ottenere l’ambito premio strappandolo ai fratelli Roca, che da qualche anno ne detenevano il meritato possesso.
Ma la vita di questo formidabile Chef, orgoglio della cucina italiana, non è stata sempre “stellata”, ha dovuto lottare e disperarsi come ognuno di noi prima di arrivare al successo, ma ci ha creduto nonostante tutto, ed è stata questa la sua più grande forza, insieme all’amatissima moglie Lara che dagli USA, dove si conobbero più di vent’anni fa, ad oggi, gli è sempre accanto.
E’ lei, insieme ai loro splendidi figli, e a tutta la brigata dell’Osteria Francescana, a dare ancora più energia e creatività a Chef Bottura che non smette mai d’inventarsene una, mischiando con sapienza e amore la tradizione modenese alle innovazioni più stravaganti del gourmet d’autore.
Una storia quella di Bottura fatta di grande tenacia, dove il sudore che bagna la fronte è benedetto, e tra incredibili fallimenti, scoperte, e grandi maestri, quel ragazzo ne ha fatta di strada..
..da New York al Campazzo, per poi arrivare all’Osteria Francescana, ha sempre voluto scardinare la nostalgica malinconia del passato in cui i modenesi si rifugiavano, avendo il coraggio e l’arroganza di contrastare schemi consolidati guardando con fierezza ed entusiasmo verso nuovi sogni da realizzare.
Chapeau, Massimo!
Ci spostiamo nel sud della Spagna, in Catalogna, dove le bellezze della Costa Brava si fondono alla mitica cucina dei fratelli Roca, in un tris di genialità, entusiasmo, e follia: El Celler de Can Roca per anni ha detenuto lo scettro del miglior ristorante al mondo, scopriamo insieme perché..
La forza di questo incredibile trio e il loro successo risiede nella famiglia; una famiglia quella dei Roca immersa nell’arte del cibo da generazioni!
.. e fu così che Joan, Josep, e Jordi tra i profumi deliziosi della superba cucina catalana, sperimentarono l’amore per il cibo e il vino di qualità, e decisero di diventare rispettivamente: cuoco, sommelier e pasticcere.
Bello e bravo, questo incredibile trio delle meraviglie sa davvero far emozionare i clienti, che ignari di tutto questo, e armati solo di tanta buona curiosità, si siedono in questo ricercato ristorante dalle grandi ed eleganti vetrate, e aspettano..
Aspettano che Joan li stupisca con una delle sue creazioni sospese tra finzione e realtà, dove c’è tanto studio e notti in bianco, mentre arriva Josep e la sua leggendaria carta dei vini in tre volumi portata ai clienti su un carrello!
E dulcis in fundo, il piccolo Jordi vi saprà deliziare con le sue creazioni di altissima pasticceria un freestyle cooking sorprendente!
Questi tre fratelli, veri e propri fuoriclasse, puntano a innovare costantemente i loro piatti, mai banali e profondamente schiavi della ricerca, animati da un’incredibile volontà e voglia di mettersi in gioco per migliorare e stupire continuamente.
Voliamo infine in America, e precisamente nella grande mela, dove l’ultimo arrivato sul podio (si fa per dire) è l’Eleven Madison Park, premiato anche come il miglior ristorante del Nord America.
Ma cos’è davvero l’Eleven Madison Park di New York?
L’anima di questo famosissimo ristorante è sicuramente Daniel Humm, stella michelin a soli 24 anni, lo Chef Humm abbandona la sua terra natia, la verdeggiante Svizzera, per gli USA in un crescendo di soddisfazioni e tanto impegno.
Il San Francisco Cronicle gli assegna le quattro stelle, la più prestigiosa valutazione per un giovane chef, nel 2004 è Rising Star Chef, mentre nel 2005 Food & Wine lo convoca nell’olimpo dei migliori nuovi chef e ancora, nel 2008 è nominato Grand Chef Relais & Châteaux, e Miglior Chef di New York , Outstanding Service e Outstanding Restaurant in America. Seguono le tre stelle Michelin nel 2012 e l’ambito podio nel 2016 come terzo migliore ristorante al mondo.
Inarrestabile, Daniel mette a segno un colpo dietro l’altro donando ai suoi piatti la perfezione ereditata dal padre architetto, e l’imperfetta fantasia creativa della dolce mamma casalinga, con la quale si divertiva ad indovinare cosa ci fosse per pranzo passando in rassegna gli invitanti profumi della cucina, ogni giorno, dopo scuola.
Un mix di esplosiva semplicità che premia, e lancia la sua interpretazione di cucina francese nell’iperuranio.
Incredibili creazioni, ogni piatto esprime gioia, passione; i colori e la delicatezza degli ingredienti sembrano sfiorarsi con grazia senza mai stancare il cliente, spettatore attento ed esigente che sa cogliere ogni dettaglio e lo assapora in silenzio, in armonia con se stesso e il resto mondo.
Congratulazioni dunque a questi Chef e ai loro prestigiosi team, che con grande impegno e forza di volontà sono riusciti a raggiungere risultati eccezionali di cui andare fieri.
..E brindo a loro con un calice di Calmarossa (Nerello Mascalese e Cappuccio) che mi ha accompagnato mentre scrivevo questo articolo…