Vigneto Casa Decima

Vigneto eroico: 1.100metri sul livello del mare

Nei secoli passati i contadini di Bronte e Maletto coltivavano piccoli fazzoletti di terra in una zona molto fertile situata sul versante Nord-Ovest dell’Etna a quota 1100 metri, chiamata contrada Nave. Contrada Nave, un tempo parte della ducea di Horatio Nelson, Duca di Bronte, pare debba il suo nome alla forma del proprio territorio, che ricorda appunto quella di una nave. Altri riferiscono che il nome della contrada derivi da un antichissimo mito secondo cui il dio Adranòs ricavava proprio da essa il legno di castagno necessario a costruire le sue navi. Lavorare la terra nella contrada presuppone profonde conoscenze delle estreme variazioni climatiche che in essa si riscontrano e delle piante che meglio si adattano all’altitudine e all’esposizione del territorio.

Per questo, nei secoli, i contadini hanno selezionato piante e vitigni che riuscivano ad ambientarsi meglio, regalando frutti dai sapori straordinari. La Nave era uno splendido giardino di piccoli frutteti, vigne e uliveti. Gran parte di questo patrimonio negli anni è andato perso. Le generazioni si sono succedute rivolgendosi ad altri interessi, molte terre sono state abbandonate e i contributi all’espianto di vigneti hanno fatto il resto. La missione di SantaMariaLaNave è proteggere la viticoltura in questo splendido territorio e tramandarla alle future generazioni.

15 anni di ricerca di antichi cloni a piede franco

Nel 2000 un agronomo del posto ci ha fornito lo stimolo all’avvio della splendida avventura della creazione di un vigneto estremo in Contrada Nave per la salvaguardia di alcuni vitigni autoctoni. Nel corso di 15 anni l’agronomo aveva affinato un’accurata selezione massale delle migliori piante di Grecanico Dorato e di Albanello. Tutte a piede franco, molte ormai abbandonate e coperte dai rovi, pochissime rimaste floride in piccoli giardini grazie alle amorevoli cure degli ultimi anziani e ostinati contadini della zona. Nel 2004, dopo qualche anno di ricerca, siamo riusciti quindi ad acquistare da alcuni anziani contadini del posto, non più in grado di coltivare, una serie di piccoli lotti contigui, soleggiati e con una perfetta esposizione: terreni vocati all’impianto dei nostri vitigni estremi.

Video Vigneto

Casa Decima

La nascita del vigneto in Contrada Nave sull’Etna

Abbiamo quindi avviato la riproduzione delle marze selezionate, la preparazione dei terreni e finalmente l’impianto. Abbiamo quindi impiantato circa 6000 selezionatissime piante di Grecanico Dorato e circa 500 piante dell’ormai quasi estinto Albanello. La creazione del vigneto è avvenuta nel totale rispetto del territorio preservando le migliori varietà di piante presenti (noci, ciliegi, castagni, peri, noccioli, mandorli, meli, querce, ulivi, alcune antiche viti di alicante, una varietà a bacca rossa coltivata in territori estremi del vulcano). Alcuni esemplari di nocellara dell’Etna, una pregiata varietà etnea di ulivo da olio, sono stati accuratamente trapiantati in un’altra proprietà della famiglia, e oggi producono un ottimo olio extravergine per la famiglia e gli amici più stretti. In questi anni di vita del nostro vigneto abbiamo sostituito le normali fallanze con nuove viti create con il metodo della propaggine, quindi a piede franco.

La tecnica della propaggine è una tecnica antichissima utilizzata in alcuni versanti etnei, ma soprattutto ad altitudini estreme che, grazie alle caratteristiche pedoclimatiche e alla purezza del territorio e ai suoli vulcanici, non sono soggette a rischi di filossera: con il metodo della propaggine la vite dà vita ad altre piante. Date le condizioni estreme del territorio e l’approccio rispettoso dell’ambiente che abbiamo voluto mantenere, abbiamo riscontrato un numero elevato di fallanze, soprattutto a causa della voracità degli animali selvatici, che, malgrado i danni, sono nostri graditi ospiti in quanto naturali abitanti del posto (da molto prima di noi!) e collaboratori nel mantenere il delicato equilibrio dell’ecosistema locale. Quindi ad oggi il vigneto presenta circa un 15% di piante a piede franco. In questa avventura ci siamo ripromessi di trattare questo piccolo vigneto come un’oasi, i cui i ritmi devono essere quelli naturali dettati dalle piante e non dall’ossessione di asservire la natura alla produttività e al guadagno.

Vigna Casa Decima: una piccola oasi naturale della biodiversità sull’Etna

Abbiamo quindi promesso di trattare il nostro vigneto come un giardino, “allevando” piante prima di tutto sane, senza forzare la produzione a discapito della qualità. In questi anni abbiamo rispettato questa nostra promessa; mantenendo i livelli di produzione al di sotto del chilogrammo per pianta e massimizzando i lavori manuali in vigna per evitare l’impiego di prodotti nocivi per l’ambiente circostante, al fine di mantenere inalterato l’equilibrio perfetto che la natura ci ha regalato. Ci siamo anche ripromessi di non avere fretta di presentare il nostro vino ai suoi appassionati, ma di imparare dalle piante e dalla natura ad aver pazienza.

Mappa
Vigneto Casa Decima

Così, invece di lanciare una piena produzione da subito per massimizzare i ricavi, abbiamo scelto di limitarci a condurre microvinificazioni, per studiare e capire le nostre uve e il nostro vino, gustandolo per apprezzarne le dinamiche evolutive e le potenzialità e la sua natura intrinseca. Lo abbiamo fatto per tanti anni con umiltà, ripagati solo dalla gioia di andare in Contrada Nave, nel nostro vigneto oasi e vedere le nostre piante crescere sane e i nostri splendidi grappoli dorati brillare nel sole d’autunno prima della vendemmia. Negli anni, abbiamo anche acquistato qualche piccolo lotto adiacente da anziani signori che l’avevano abbandonato o rischiavano di abbandonarlo perché non avevano più le energie per coltivarlo. Abbiamo ripulito questi piccoli fazzoletti di terra e salvato le piante che altrimenti sarebbero diventate vittima dell’abbandono e degli incendi.

Abbiamo deciso di chiamare il nostro vigneto in Contrada Nave Vigna Casa Decima, in onore ad una casetta ormai diruta posizionata nel punto più alto della zona, che gli anziani del posto la chiamavano “Casotta Punta Decima”. Questa casetta era un punto di riferimento sia durante le vendemmie che durante la seconda guerra mondiale, infatti nella casetta esisteva un vecchio forno a pietra e le donne del posto cucinavano il pane il cui profumo inondava le vigne. Abbiamo deciso di dedicare il nostro vigneto a quella casetta, alle tradizioni semplici che essa rappresenta e ai profumi antichi, del pane, dei fiori, del mosto, del vino, profumi estinti o a rischio di estinzione che sono essenza della nostra storia.

Il Millesumare: Grecanico Dorato in purezza da viticoltura estrema

A distanza di 10 anni, dopo aver degustato in famiglia e in compagnia di amici produttori, contadini del posto, enologi, sommelier, appassionati e winelovers le nostre bottiglie, abbiamo compreso con orgoglio di aver creato un prodotto di eccellenza e unico nel suo genere: il Millesulmare, una produzione limitata e numerata di cru di Grecanico Dorato in purezza dalla viticoltura estrema condotta nella nostra Vigna Casa Decima. Il nome vuole rappresentare l’altitudine eroica dove nascono le uve che lo producono, ma anche il contatto con il mare, da dove si origina il nostro vulcano, e che pervade la cultura e i sapori del posto.

Un vino di carattere, frutto di un vigneto estremo, di vignaioli autoctoni tanto quanto i vitigni che coltivano rispettando le antiche tradizioni del posto e ricercando gli antichi sapori, di mani enologiche esperte, ma poco invasive, che operano nel rispetto totale del grappolo e dello spirito di semplicità a cui si ispira la nostra filosofia. Un progetto portato avanti da una famiglia di proprietari pazienti, animati soltanto dall’amore e dal desiderio di preservare e valorizzare antichi vitigni, antiche tradizioni, antichi sapori e un territorio di straordinaria e mistica bellezza.

Il Tempesta: metodo classico millesimato di Grecanico Dorato

Nel corso degli anni abbiamo notato che in un lotto della nostra Vigna Casa Decima in Contrada Nave, l’uva presentava, a maturazione, condizioni di acidità e di grado zuccherino perfette per la produzione di uno spumante. Tale situazione dipendeva dalla presenza di alcuni alberi centenari di ciliegie, noci e castagne che si trovano ai confini della proprietà e che riducono l’esposizione ai raggi del sole di circa un’ora la mattina nel periodo di agosto, settembre e ottobre.

Abbiamo quindi creato una base spumante con lo stesso approccio rigoroso, minimalista e rispettoso del grappolo che applichiamo da anni al Millesumare. Ci siamo rivolti ad un team esperto di metodo classico della Franciacorta, che ha messo a disposizione, presso la nostra cantina le proprie esperienze decennali nella spumantizzazione. E’ così nato il Tempesta, il cui nome evoca le condizioni metereologiche estreme in cui vivono i nostri vitigni a 1100 metri di altitudine, ma anche alla forza del mare in cui si immerge il nostro vulcano.

Una limitata produzione di spumante metodo classico millesimato di Grecanico Dorato in purezza. Poche bottiglie numerate di un cru frutto di spirito di ricerca ed innovazione, ma sempre nel pieno rispetto del grappolo e in adattamento con quanto la natura e le nostre piante ci offrono.